Quando si parla di Internet, siamo abituati a pensare a un mondo senza confini. Eppure, dal 12 novembre 2025, ci sarà una svolta epocale: cambiano le modalità di accesso ai siti per adulti in Italia. 48 siti per adulti, tra cui Pornhub, YouPorn e OnlyFans, non saranno più liberamente accessibili ma, per entrarci, sarà necessario dimostrare di essere maggiorenni attraverso un sistema di verifica dell’età.
Molti hanno creduto che si sarebbe usato lo SPID (il sistema di identità digitale usato per accedere ai servizi delle pubbliche amministrazioni), ma la realtà è diversa: il sistema scelto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) prevede un meccanismo di “doppio anonimato”, cioè un controllo dell’età senza che i siti sappiano chi sei davvero.
Perché una misura per limitare l’accesso ai siti per adulti?
Il provvedimento nasce dal cosiddetto Decreto Caivano (legge 159/2023), che ha introdotto nuove regole per proteggere i minori online. L’obiettivo è chiaro e lodevole: impedire che ragazzi sotto i 18 anni possano accedere a contenuti pornografici, considerati dannosi per lo sviluppo psicologico e sociale.
Come funzionerà la verifica dell’età
Ecco cosa cambierà in pratica:
- Quando proverai ad accedere a un sito per adulti, verrai reindirizzato a un soggetto terzo certificato.
- Questo soggetto controllerà la tua età (tramite app o token digitali).
- Una volta verificato che sei maggiorenne, riceverai un codice anonimo che ti permetterà di entrare nel sito.
In questo modo, il sito saprà solo che sei maggiorenne, ma non avrà accesso ai tuoi dati personali.
Esempio pratico
Immagina di voler accedere a Pornhub dal tuo smartphone.
- Digiti l’indirizzo.
- Prima di entrare, ti appare una schermata che ti chiede di verificare l’età.
- Scarichi un’app ufficiale di verifica (sviluppata in collaborazione con PagoPA e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale).
- L’app genera un token anonimo che certifica la tua maggiore età.
- Torni sul sito e navighi liberamente.
Ma la privacy?
Uno dei timori più diffusi è: “E se poi sanno che guardo siti per adulti?”.
La risposta è no: il sistema è stato progettato proprio per garantire l’anonimato. Non ci sarà un collegamento diretto tra la tua identità e i siti che visiti.
Pro e contro della nuova misura
Vantaggi:
- Protezione dei minori.
- Maggiore responsabilità per i gestori dei siti.
- Garanzia di anonimato per gli adulti.
Svantaggi:
- Un passaggio in più per accedere ai contenuti.
- Possibili problemi tecnici iniziali.
- Dubbi su come reagiranno gli utenti.
La mia opinione: davvero questa misura impedirà i minori l’accesso ai siti per adulti?
Ricordo quando, agli albori di internet, bastava cliccare su “Sì, ho più di 18 anni” per entrare in qualsiasi sito. Era una formalità ridicola, che non fermava nessuno. Ora, invece, il sistema diventa (apparentemente) molto più serio. È un po’ come passare dal “fidati della mia parola” al “mostrami un documento, ma senza dirmi chi sei davvero”.
Dopo aver analizzato la novità che entrerà in vigore dal 12 novembre, non posso non condividere una riflessione personale. L’intento della legge è nobile: proteggere i minori dall’accesso a contenuti per adulti. Ma la domanda che mi pongo è: funzionerà davvero?
La mia sensazione è che, pur introducendo un ostacolo in più, questa misura non riuscirà a fermare chi è davvero determinato ad aggirarla. E non parlo solo degli adulti, ma anche dei ragazzi più smanettoni, che spesso hanno una dimestichezza con la tecnologia superiore a quella dei genitori.
Perché dico questo? Perché esistono strumenti leciti al 100%, già ampiamente diffusi che permettono di bypassare i blocchi geografici o le restrizioni di accesso. I tre più noti sono i seguenti, te li elenco in quello che è per me l’ordine di efficacia e semplicità d’uso: VPN, TOR e proxy.
VPN (Virtual Private Network)
Una VPN è un servizio che instrada la connessione attraverso un server esterno, mascherando l’indirizzo IP e facendo sembrare che ci si colleghi da un altro Paese. Per farti un esempio, viene usata da attivisti per accedere a risorse web che nei loro paesi sono bloccati dai vari governi.
- Vantaggi:
- Sicurezza, crittografia del traffico e anonimato totale.
- Accesso a contenuti geo-limitati.
- Protezione anche su reti pubbliche.
- Molto semplice da usare
- Svantaggi:
- Le migliori VPN sono a pagamento.
- Alcuni servizi potrebbero bloccare gli IP delle VPN più note.
Se posso permettermi di darti un suggerimento, io utilizzo questa, che per i miei scopi funziona benissimo anche nella sua versione gratuita: https://protonvpn.com
Tor Browser
TOR (The Onion Router) è una versione modificata del browser Firefox, che instrada il traffico rimbalzandolo attraverso una rete di nodi volontari. In questo modo si possono far perdere le tracce del proprio indirizzo IP, rendendo difficile risalire all’identità dell’utente.
- Vantaggi:
- Massimo anonimato.
- Gratuito.
- Facile da installare ed utilizzare.
- Permette anche l’accesso al dark web (cosa che ti sconsiglio vivamente di fare)
- Svantaggi:
- Navigazione più lenta.
- Alcuni siti bloccano il traffico proveniente da TOR.
Se vuoi provarlo ecco il link per scaricarlo: https://www.torproject.org
Proxy
Con l’utilizzo di un proxy, il tuo browser accede alla rete attraverso un server intermedio, solitamente localizzato all’estero che inoltra le richieste al sito web al posto dell’utente. In questo modo i tuoi accessi ad internet avvengono con un indirizzo IP estero, superando eventuali blocchi e limitazioni presenti nel tuo paese.
- Vantaggi:
- Facile da usare, quasi sempre gratuito.
- Ideale per un accesso rapido e temporaneo.
- Svantaggi:
- Non offre la stessa sicurezza di una VPN.
- Alcuni proxy registrano i dati di navigazione, quindi non sono completamente anonimi.
Conclusione personale
Ecco perché, a mio avviso, questa misura rischia di essere più un deterrente simbolico che una barriera reale. Certo, renderà più difficile l’accesso “casuale” da parte di un minore curioso, ma non fermerà chi ha già un minimo di conoscenza tecnica per aggirare queste barriere. E la maggior parte dei ragazzini di oggi hanno già innate queste conoscenze.
In altre parole, il nuovo sistema potrà ridurre l’accesso accidentale, ma non eliminerà il problema alla radice. Forse la vera sfida non è tanto tecnologica, quanto educativa: genitori ed educatori dovrebbero insegnare ai ragazzi ad usare Internet in modo consapevole, piuttosto che illuderci che un blocco digitale possa sostituire il dialogo e la responsabilità.